Continua il triste conteggio delle vittime, dei dispersi, dei danni, ma ormai il Nepal non fa più notizia sui media. La situazione di chi è sopravvissuto perdento tutto e molto spesso anche i propri cari, non è più una notizia da prima pagina.
Parliamo di uno dei paesi più poveri del mondo che oggi si ritrova ancor più impoverito per la perdita di tanti suoi abitanti e anche di quella ricchezza storica, naturale, artistica e religiosa che è la fonte di un turismo tanto prezioso perchè è un’importante fonte di reddito attraverso l’occupazione di persone locali come guide e portatori e nelle strutture turistiche e private di accoglienza. Con molti sentieri bloccati e case distrutte le opportunità generatrici di reddito saranno nulle o limitate per molto tempo.
In questo contesto, tra molte difficoltà e le scosse continue che non lasciano tranquilli, sr Aquila, sr Maria Goretti, sr Clara e sr Abhai Kishori, le quattro Figlie di Maria Ausiliatrice presenti a Kathmandu, trascorrono le giornate in viaggio, in un pellegrinaggio continuo da un villaggio all’altro per portare aiuti, ma anche il conforto della presenza e della vicinanza a chi è stato colpito dal terremoto. Giorno dopo giorno si susseguono i nomi dei Villaggi raggiunti: Salagan, Chappagaun, Muldol, Bulu, Goldhunga… Fino ad arrivare al distretto di Gorkha epicentro del terremoto.
Il conteggio delle famiglie raggiunte è in continua crescita, numeri dietro ai quali ci sono tanti volti di persone, giovani, adulti e anziani.. L’obiettivo delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani, che hanno unito le forze per essere più efficaci nelle operazioni di soccorso, è di raggiungere 2.500 famiglie. I generi di prima necessità vengono acquistati in India, trasportati fino al confine con il Nepal dove li aspettano i mezzi dei trovati dai salesiani per trasportarti all’interno del paese. La vita dei sopravvissuti è dura, manca ancora cibo, acqua, rifugi temporanei. Molte le case distrutte e le scuole le cui macerie sono coperte da un “manto” di fogli di carta, quasi a nasconderle.
A tutto ciò si aggiungono i bisogni delle fasce più deboli della popolazione: anziani, ammalati, diversamente abili, minoranze, donne e orfani. La prossimità di chi si avventura per raggiungere i villaggi fa tornare un sorriso su molti volti scavati e sofferenti. Ma è soprattutto una nuova vita, una piccola e fragile creatura che aiuta a guardare ancora al futuro con speranza per quanto incerto esso sia. Continuiamo ad accompagnare queste quattro sorelle perchè anche loro hanno bisogno di sentirsi sostenute. Solo grazie alla solidarietà di tutti, associazioni, organismi, piccoli e grandi donatori sarà possibile ricostruire la speranza in Nepal.